GLI STUDI DI FATTIBILITA’: LE VALUTAZIONI ECONOMICO-FINANZIARIE

 

Gli studi di fattibilità

 

I criteri di valutazione dei progetti utilizzati a partire dagli anni ’80 dal FIO erano soprattutto incentrati sulla costruzione di una moderna procedura di ACB che serviva a indicare se il progetto era approvabile in quanto i benefici superavano i costi; all’analisi economica si accompagnava una valutazione finanziaria che avesse un particolare riguardo alla fase di esercizio del progetto.

In tempi più recenti le procedure decisionali hanno subito un’evoluzione che potremmo definire più formalizzata e articolata giungendo attraverso gli SdF a valutare gli investimenti in una fase più avanzata a livello progettuale considerando le analisi economico-finanziarie solo una parte dello studio e integrando tali valutazioni con la fattibilità amministrativa, procedurale e gestionale.,               

Lo SdF infatti si colloca nell’ambito del ciclo progettuale a valle               dell’idea-progetto e pur sempre a monte del momento decisionale relativo alla realizzazione di uno specifico intervento pubblico atto a soddisfare il bisogno precedentemente identificato.

I contenuti di uno SdF dovrebbero essere tali da definire uno strumento di supporto alle decisioni in grado di suggerire raccomandazioni in relazioni agli impatti attesi, senza peraltro invadere il campo proprio del giudizio “politico” (decisore).

Pertanto questo tipo di analisi tende a far emergere le problematiche non solo economiche, ma anche tecniche (conservazione) e gestionali (fruizione) coinvolgendo così economisti giuristi  tecnici e gestori sulla fattibilità del progetto.

In tale ottica occorrerebbe quindi  individuare i contenuti minimi di uno SdF che potrebbero essere mutuati dalla delibera CIPE del 30/6/1999 a cui sarebbe utile accompagnare il documento predisposto dall’Uval – Ministero del Tesoro, Bilancio e P.E. “Note per la redazione degli studi di fattibilità”  che introduce l’ulteriore tema della “Sostenibilità” da analizzare soprattutto nei seguenti ambiti:

- tecnico-territoriale indagando anche attraverso più alternative sugli impatti  indotti sull’ambiente    dalle azioni di progetto;

economico- finanziaria esaminando tutte le componenti finanziarie ed economiche  fino ad ipotizzare le possibili soluzioni gestionali;

-          amministrativa – istituzionale – attuativa analizzando e creando le situazioni idonee a poter procedere all’attuazione del progetto individuato.     

Uno SdF quindi dovrebbe almeno contenere le seguenti articolazioni:

-          la definizione di alternative progettuali tendenti a soddisfare i bisogni di una certa comunità attraverso una analisi della domanda attuale e potenziale nonché dell’offerta attuale e futura

-          l’analisi di fattibilità delle alternative progettuali attraverso la definizione degli impatti sociali retraibili evidenziando eventuali ostacoli prevedibili nella realizzazione del progetto e la loro possibile rimozione, giungendo ad una valutazione  della fattibilità amministrativa, ingegneristica e gestionale.

-          L’analisi di convenienza delle varie alternative progettuali giungendo a darne una graduatoria di preferenza anche in relazione ai fattori di rischio e alla capacità reddituale. 

In conclusione gli SdF dovranno consentire, partendo da una idea progetto, di definire una specifica ipotesi di intervento attraverso la comparazione di più alternative in attuazione della citata idea progetto e dovranno condurre a ricavare informazioni puntuali che consentano successivamente all’autorità politico-amministrativa (decisore) una scelta ottimale per la comunità. 

 

 

Analisi finanziaria ed economica

 

a)     L' analisi finanziaria.

 

 

Tale tipo di analisi attiene prevalentemente all’ambito dell’imprenditore privato ed infatti vengono presi in considerazione solo gli effetti interni connessi al progetto ; la scelta viene effettuata preferendo i progetti in relazione agli obiettivi imprenditoriali, dopo aver accertato quali progetti massimizzano le convenienze di tipo finanziario. L'analisi finanziaria rientra nel campo delle valutazioni prettamente estimative in quanto possiede:

 

·        generale validità,

·        unicità del metodo,

·        sistema dei prezzi come base di tutti i valori.

La valutazione mette a confronto i costi e i ricavi del progetto da esaminare, consentendo di individuarne l'eventuale redditività.

I costi sono rappresentati in genere da:

·        acquisizione delle aree,

·        spese di progettazione, D.L., sicurezza, indagini geognostiche ecc.

·        costo delle opere di urbanizzazione;

·        costo di costruzione o di trasformazione,

·        costi di gestione .

I ricavi sono costituiti da :

·        prezzi di scambio del bene,

·        canoni di locazione,

·        rientri tariffari.

 

Per valutare la redditività vengono utilizzati due indicatori:

 

1 VAN                        valore attuale netto dato dalla sommatoria della differenza tra costi e ricavi (cash flow) attualizzati, per il periodo di vita previsto dall'opera (generalmente 8-10 anni)

 

VAN = S        C – R

                        (1+r)n

                        in cui

                        S = sommatoria

                        C= costi

                        R= Ricavi

                           1_    fattore di attualizzazione

                        (1+r)n

r = tasso di sconto

n = numero di anni necessari a realizzare l’intervento

che quantifica l’ammontare di moneta ottenibile dalla realizzazione del progetto.

 

2 SIR                         Saggio interno di rendimento indica per quale valore del tasso r (incognita dell’equazione di n-esimo grado) l'utile si annulla. Indica la maggiore o minore convenienza dell'investimento in percentuale

SIR:      S          C  _   =      S        R__

                        (1+r)n                      (1+r)n

che quantifica il saggio o tasso di rendimento ottenibile dalla realizzazione del progetto.

I metodi dell'analisi finanziaria si muovono all'interno del mercato e la scelta è unicamente in funzione della redditività; esclude le ricadute economiche esterne sulla collettività.

 

 

b) Analisi Costi Benefici

 

Tale tipo di analisi è prevalentemente utilizzata per la valutazione di progetti pubblici ed infatti fa riferimento alla teoria del benessere sociale consentendo principalmente di individuare le priorità di finanziamento tra diversi progetti.

Infatti il “pianificatore sociale” deve “approfondire” maggiormente i vantaggi e svantaggi connessi al progetto andando a quantificare gli eventuali benefici e costi sociali che tale investimento può provocare ai fruitori dell’opera; questi aspetti possono divenire determinanti e influenzare fortemente la scelta di pubblici interventi.

In tale analisi occorre quindi valutare anche gli effetti esterni (esternalità) connessi al progetto oltre a quelli interni in modo da allargare il campo della valutazione a quanto induce l’investimento sugli aspetti sociali, ambientali, ecc.

Per effettuare la valutazione occorre rifarsi ad un insieme coerente di obiettivi generali di politica socio-economica in quanto la scelta progettuale ha sicuramente ripercussioni nel settore del lavoro, della produzione, della distribuzione del reddito, ecc.

La base concettuale presuppone di ricercare e quantificare i vantaggi e le perdite di ogni soggetto (individuo e gruppo sociale) che vede il proprio livello di benessere mutato dalla realizzazione dell'Intervento.

L'analisi si basa sull'individuazione oltre ai costi ed eventuali ricavi dei

·        benefici economici: diretti, indiretti e indotti

·        costi economici: sopportati dalla collettività

Il livello di soddisfazione è dato da indicatori quali il VAN economico e il SIR economico che vengono calcolati attraverso le stesse formule precedentemente esposte per l’analisi finanziaria calcolando, accanto ai costi e ricavi eventuali, i benefici ed i costi sociali.

Per quantificare i costi e i benefici sociali (beni che non hanno un prezzo di mercato) è possibile utilizzare dei prezzi definiti di conto  o prezzi ombra che individuano un sistema di prezzi alternativi che tengono conto degli obiettivi di innalzamento del benessere sociale.

Il concetto di prezzo ombra può essere messo in relazione con quello di costo opportunità legato al rapporto di sostituibilità tra due impieghi diversi di una determinata risorsa.

Anche la scelta del tasso sociale di sconto differisce da quello utilizzato per l’analisi finanziaria in quanto il riferimento non è al libero mercato, ma è un “parametro nazionale” definibile come il ”prezzo ombra” che viene attribuito al capitale per valutare gli investimenti pubblici.